Il cibo è digerito dalla mente più che dallo stomaco

Il cibo è digerito dalla mente più che dallo stomaco

Il cibo è digerito dalla mente

Edward Earle Purinton insegna come accordare i menù alle proprie emozioni e ottenere migliori risultati.

Il problema del cibo è un problema mondiale.

Anche rimprovera l’incostanza, l’isteria e l’eccesso di emozionalità e eccentricità della “dieta femminile”.

Edward Earle Purinton è un giovane uomo di 32 anni, il cui unico scopo nella vita è quello di aiutare gli altri a godere della propria vita al meglio. È l’editore di tutte le pubblicazioni dell’Harmony Club of America, quell’unico club di filantropi, il cui centro dell’armonia ha la sede al numero 700 della West Avenue.

Purinton ha lavorato alacremente su una nuova teoria per dare felicità alle persone infelici mostrando loro come essere sani tramite la conoscenza di sé stessi.

Nuova teoria, ho detto? “No, più antica delle proverbiali colline”, ha replicato il Sig. Purinton, “ma nuova solo nella mente infantile della recente civiltà Americana che solo ora sta iniziando a svegliarsi.”

In effetti, mi ha portato a dedurre che la teoria che lui sta ora rappresentando era già vecchia quando ancora Buddha indossava i pantaloni corti, o qualunque altra cosa l’originale ragazzino indossasse a quei tempi e in quei luoghi, riporta Virginia Tyler Hudson nel New York Globe and Advertiser.

Edward Earle Purinton continua:

“Il cibo è digerito dalla mente più che dallo stomaco.”

Questo è già abbastanza sorprendente come premessa, ma ha aggiunto anche qualcos’altro in un’intervista di ieri, ha portato un po’ di potente e buona logica nelle sue argomentazioni, che gli danno ragione. Qui ci sono alcuni dei suoi epigrammi che ha fornito nel corso dell’intervista:

“Per quanto riguarda la salute, poche persone del mondo occidentale hanno imparato l’alfabeto della loro fisiologia.”

“Il cibo fa l’uomo, l’uomo fa la nazione, le nazioni fanno il mondo, perciò il problema del cibo è il problema del mondo”

“Fisicamente e mentalmente, in ogni momento siamo la somma esatta di ciò che di volta in volta mangiamo.”

“La maggior parte delle persone sono ‘drogate’ dal loro cibo tutto il tempo.”

“Il cervello spirituale è nel plesso solare.”

“La condizione delle nostre emozioni assolutamente controlla l’assimilazione del nostro cibo.”

“Il nostro atteggiamento verso le vitali verità del subconscio è come quella di un bambino verso la matematica superiore.”

Dopo questo riassunto, torno ora al colloquio con il Sig. Purinton per spiegare, come lui mi ha detto, perché il nostro cervello ha la parte più importante nella digestione del nostro cibo, e per cercare di mettere in rotta quel signore che, quando ho cercato di spiegare la teoria, ha risposto con scherno: “Ah, sono contento di sapere che spesso pensavo di aver fatto indigestione, e invece ora so che sono soltanto pazzo.”

“Pazzo fisicamente e mentalmente”, ha risposto l’Editore dell’Harmony Club, “noi siamo la somma esatta di ciò che abbiamo mangiato. L’Esquimese, che assomiglia un po’ a un grasso balenottero, è un esempio di questo, come è noto vive di grassi e oli. Il feroce Inglese, che è dipendente dall’abitudine di cibarsi di carne rossa, è fatto di quella stessa carne.

La placidità del Giapponese è il risultato diretto della sua calmante alimentazione, per lo più a base di riso. Anche tra le persone del nostro paese abbiamo degli esempi.

L’incostanza di molte donne, la loro isteria, e il loro eccesso di emotività deriva dal piluccare tra un pasto e l’altro, dal mangiare sottaceti e quella che si potrebbe chiamare la loro generale ‘stracotta sdolcinatezza’ è indotta da ciambelle, bignè e caramelle.

Gli uomini Americani sono generalmente forti, ricchi ed egoisti perché preferiscono ciò che è noto come cibi della cosiddetta “alimentazione di buon senso”.

Parlando in generale

“La questione del cibo non dovrebbe essere sottovalutata, ma spesso lo è. Viene accettata come qualcosa di dato per scontato, ma è quando ti ricordi che il cibo fa l’uomo, l’uomo fa la nazione, e le nazioni fanno il mondo, che ti rendi conto che la questione alimentare è il problema del mondo.”

“Il valore dell’alimentazione non è dato da ciò di cui il cibo è fatto, ma da ciò che ne facciamo. Un uomo grasso e uno magro possono mangiare la stessa quantità degli stessi esatti cibi, e il risultato sarà che l’uomo grasso continuerà ad ingrassare e l’uomo magro rimarrà magro. Tutto dipende dall’atteggiamento mentale della persona che mangia.

Uno scaricatore di porto mangia qualsiasi cosa senza alcun pensiero, se non che ha fame quando ha fame e che il cibo lo renderà forte. Può quindi ottenere forza dai crostini del Galles al formaggio fuso e un pezzo di torta salata ripiena di carne trita arrostita senza alcun danno, mentre un invalido non sarà nutrito dal miglior cibo predigerito, perché ha già preso la sua decisione che non gli farà bene.”

“Perciò non dovremmo mai mangiare nulla che non ci piaccia, non importa quanto qualcuno insista che ci farà bene. Nessun cibo ci farà bene, se non ci piace.”

Qui devo aprire una parentesi per rimarcare che vorrei aver incontrato il signor Purinton durante la mia infanzia quando il mio buon vecchio zio insisteva che mangiassi tutto il purè di patate nel mio piatto prima che potessi avere il budino. Purè di patate! Ugh! Quanto l’ho odiato! E in tutto quel periodo oltre a mangiare cibi che non mi facevano bene avevo una pancetta che il mio personaggio dei fumetti preferito chiamava nel suo raffinato modo una “buona protezione”, altrimenti nota agli esperti alimentari come auto-intossicazione. L’ho fatto notare al Sig. Purinton.

“Hai perfettamente ragione,” ha commentato. “L’auto-intossicazione è uno dei mali più comuni. Questa è la ragione per cui la maggior parte delle persone di questa città sta andando in giro “drogata” tutto il tempo. Perché non hanno mangiato il cibo che volevano, quello che la mente ha chiesto, con il risultato che si è formato del veleno, e i fumi di tale veleno arrivano al cervello e producono la nota sensazione di istupidimento, che non è altro che intossicazione.”

Vecchi malintesi.

“Ma vediamo che parte ha il cervello nella digestione”, ha continuato, “Ci sono venti fattori nell’assimilazione, anche se i medici della vecchia scuola ne riconoscono solo alcuni, prendendo in considerazione lo stomaco come fattore più importante. In effetti non è il più importante. Oltre a non essere il più importante dei fattori fisiologici, non è nemmeno più importante di quelli psicologici.

Tra quelli fisiologici, potrei citare, oltre allo stomaco, l’occhio, l’orecchio, i polmoni, la circolazione del sangue e i pori della pelle. I medici più avveduti hanno da tempo imparato quanto siano vitali alcuni di questi, e il fatto che una delle prime cose che gli infermieri in un ospedale devono imparare è come servire il cibo con grazia illustra quanta importanza abbia fare appello all’occhio, mentre è anche ben noto che la musica non solo stimola l’appetito, ma aiuta la digestione.

Dopo un bagno turco, quando i pori della pelle sono ben aperti, sappiamo quanto siamo affamati, perché gran parte del veleno nel corpo è stato espulso e agli organi di assimilazione è ora permesso di reclamare il cibo. Ci vogliono solo tre ore, come è noto, per lo stomaco per eseguire la sua parte nel lavoro di digestione, mentre l’intero atto di assimilazione richiede ventiquattro ore. Lavoriamo un giorno intero sostenuti da quanto abbiamo mangiato il giorno prima, dunque, e questo rende chiaro che il lavoro dello stomaco è importante solo nella proporzione di 3 ore su 24.”

“Quasi tutti i fattori di assimilazione sono controllati direttamente dal cervello conscio o inconscio. Va ricordato anche che la psicologia gioca la sua parte nella digestione degli alimenti, perché ci sono tre cervelli distinti: il cervello propriamente detto o cervello logico, che permette di capire cosa è meglio per te, il cervelletto o cervello emotivo, che ti dice ciò che vuoi, e il plesso solare, o cervello spirituale, che deve essere nelle condizione giuste o il cibo non verrà assimilato.

So che di solito ridono quando dico che il plesso solare è la sede delle emozioni, ma non ti sei mai soffermato a pensare ciò che succede alla tua anatomia quando vieni colpito da qualche improvvisa emozione, che sia felicità, paura, dolore, o piacere?

Non hai mai sentito, quando qualcuno ti ha lasciato, una sensazione di “perdita” che sembrava che fosse localizzata nella bocca dello stomaco, o, quando è successo qualcosa all’improvviso che ti ha fatto venire un groppo in gola, non ti è parso che provenisse da qualche parte di quell’area? Proprio come quando hai un brivido di gioia, l’emozione è prima nel tuo petto che negli altri tuoi cervelli.

È giusto quindi dire che l’assimilazione dei succhi gastrici è governata in gran parte dalle emozioni, non dal mero meccanismo dei succhi gastrici.”

“Il problema con le persone che si rifiutano di riconoscere che le loro emozioni hanno a che fare con la loro digestione e la loro salute, è che non sanno. La razza umana è l’incarnazione delle nazioni. L’America è popolata da persone che hanno giovani cervelli, e il nostro atteggiamento verso il subconscio è come quello di un bambino verso la matematica superiore.

Dobbiamo imparare dalle esperienze delle civiltà più antiche, in particolare da quelle dell’Oriente, dove l’intera scienza dell’alimentazione è stata elaborata secoli fa. Abbiamo appena cominciando a impararne l’alfabeto, e la mania per i cibi puri e le paure dei germi e delle tossine è l’eccesso a cui andiamo incontro, quando abbiamo appena cominciato a vedere la luce e a renderci conto di come stanno realmente le cose.

Troppi di noi americani sono infanti per quanto riguarda la reale saggezza. E prima ce ne renderemo conto, prima le nostre teste avranno una forma normale, sana e felice.”

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Articolo aggiornato il 7 Marzo 2024